Vista della Vena del Gesso da Ca’ Siepe. Parco Regionale della Vena dei Gesso Romagnola guardando oriente, ovest di Borgo Rivola, a sud di Ca’ Carne. Pubblico dominio, via Wikimedia Commons CC BY-SA 4.0.
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:South_of_Ca%27_Siepe-2.JPG


Complesso Sant’Eufemia, Largo Sant’Eufemia, 19 – Aula B.04
Ingresso libero fino ad esaurimento posti

Stefano LUGLI Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche Unimore


L’evento fa parte delle celebrazioni per gli 850 anni di Unimore

A conclusione sarà possibile visitare il Museo Universitario Gemma

Il sito seriale UNESCO “Carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale” è costituito da gessi che rappresentano un patrimonio geologico, naturalistico e paesaggistico straordinario. I gessi sono entrati anche nel patrimonio artistico da quandoi Romani utilizzarono i famosi cristalli di lapis specularis al posto del vetro, uso che si protrasse anche nel medioevo. E poi per il loro utilizzo come pietra da taglio luccicante nelle chiese del Bolognese e di Nonantola (MO) e nella torre Garisenda a Bologna.
Esempi prestigiosi dell’uso del gesso da presa sono quello delle malte nelle volte quattrocentesche del Duomo di Modena, degli stucchi dorati del Palazzo ducale di Sassuolo (MO), dei paliotti d’altare in scagliola colorata di Carpi (MO).


Stefano Lugli è professore ordinario di Geologia stratigrafica e sedimentologica presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia e coordinatore del Corso di dottorato Models and Methods for Materials and Environmental Sciences. Si occupa dello studio sedimentologico, petrografico e geochimico di successioni evaporitiche e dei carbonati associati, dello studio composizionale di fenomeni di liquefazione delle sabbie indotti da eventi sismici in varie parti del mondo (Italia, Croazia, Ecuador) e di Geoarcheologia, geoarchitettura, provenienza, caratteristiche e fenomeni di degrado di materiali da costruzione (materiali lapidei, stucchi, intonaci, malte) in edifici storici e necropoli a partire dall’età del bronzo (tra cui terramare nella valle del fiume Po, Stromboli, Mutina/Modena, Pompei, sito UNESCO di Modena, Palazzo ducale di Sassuolo, Castello di Formigine, Castello di Vignola, Torre Garisenda a Bologna e vari siti in Sicilia, Creta, Giordania). Ha curato la parte geologica della candidatura del ‘Carsismo nelle Evaporiti dell’Appennino settentrionale’ a Patrimonio Universale Unesco.


IL GESSO, DA PATRIMONIO NELL’ARTE A PATRIMONIO DELL’UMANITÀ • 13 febbraio 2025