Lapislazzuli lavorati

La collezione di Pietre dure e di pietre preziose di “Gemma 1786” presenta esempi rappresentativi di materiali ornamentali, una selezione dei quali viene esposta lungo il corridoio B in una vetrina a tavolo e nell’espositore a parete a questa prospiciente.
Il termine pietre dure è riferito a minerali e rocce che, per durezza e bellezza, qualora vengano opportunamente lavorati, possono diventare oggetti ornamentali di pregio.
Le varietà di malachite [Cu2(OH)2CO3] e di lapislazzuli (silicati del gruppo della sodolite) si evidenziano distintamente tra gli esemplari esposti per le loro vivaci e tipiche cromie verdi o azzurro-blu. I campioni di malachite provengono in gran parte da giacimenti della catena degli Urali (Russia) e un tempo impreziosivano la Collezione dell’Arciduca Massimiliano d’Este; alcuni di essi presentano forme curiose, tipica è quella globosa all’interno della quale si riconoscono aggregati di cristalli fibroso raggiati.

Berillo (Colombia)

Nella vetrina a tavolo sono presenti diversi oggetti ottenuti da materiali pregiati quali: opali, granati, smeraldi, topazi ecc., il cui taglio particolare tende ad esaltarne le caratteristiche estetiche. Accanto a questi si ammirano esempi di pietre lavorate e semilavorate (di calcedonio, quarzo ialino, quarzo ametista ecc.) e di minerali preziosi, quali ambra antica e smeraldi. Vi sono inoltre ricostruzioni, con modelli in vetro, delle gemme ottenute dal taglio del famoso diamante Cullinam, che oggi, in gran parte, adornano lo scettro e la corona dei reali inglesi.
La stupefacente bellezza di alcuni minerali ha da sempre suscitato nell’uomo stupore ed emozioni che lo hanno, spesso, portato ad attribuire loro poteri di tipo magico e curativo.

Diamanti, modelli in vetro

Numerosi sono fra quelli esposti i campioni di quarzo, fra cui alcuni costituiscono autentiche curiosità come quando, per la loro struttura interna, presentano particolari effetti ottici di gatteggiamento, come il quarzo occhio di gatto (vetrina a tavolo), che contiene fibre di serpentino verde giallastro, o il quarzo occhio di tigre (vetrina a muro), la cui variegata brillantezza è dovuta ad inclusioni di fibre di amianto.
L’opale di fuoco costituisce uno dei campioni più straordinari di “Gemma 1786” (in Messico è anche noto come “Pietra dell’uccello del paradiso”); esso può essere ammirato sia come pietra naturale, nella vetrina a muro, che come pietra semipreziosa lavorata, nella vetrina a tavolo. Normalmente questo materiale siliceo è generalmente scuro, semitrasparente o dotato di intense e variabili colorazioni; tuttavia, se opportunamente orientato verso una sorgente luminosa, irradia bagliori di fuoco e giochi cromatici con le tonalità dell’arcobaleno. Come pietra preziosa esso viene tagliato secondo sfaccettature fantasiose in funzione della sua trasparenza, oppure a “cabochon”, la forma che meglio valorizza la potente brillantezza del suo tipico color rosso fuoco.

Quarzo occhio di tigre

L’adularia esposta nella vetrina a tavolo è una varietà limpida di ortoclasio (KAlSi3O8), un minerale assai comune nelle rocce cristalline leucocrate, cioè chiare, come i graniti, le granodioriti, gli gneiss ecc. Essa diventa vera e propria gemma se caratterizzata da una certa trasparenza e da particolari giochi di luce ed ombra causati da fenomeni di rifrazione interna dovuti alla sua struttura tabulare a piani paralleli. L’adularia prende anche il nome di Pietra di luna se dotata di riflessi tenui azzurrati.
Tra le mirabilia naturalia esposte anche un bell’esemplare di stilbite, un minerale del gruppo dei tectosilicati, abbastanza comune in individui bianchi fascicolari, appartenente alla famiglia delle zeoliti il quale, se in aggregati cristallini come nel campione esposto, per la lucentezza perlacea e la forma caratteristica “a covone” assume un notevole effetto estetico.